lunedì 21 febbraio 2011
sabato 19 febbraio 2011
domenica 13 febbraio 2011
sabato 12 febbraio 2011
giovedì 10 febbraio 2011
giovedì 3 febbraio 2011
lunedì 31 gennaio 2011
sabato 29 gennaio 2011
mercoledì 26 gennaio 2011
15.
La Francia, i viaggi per mare, il profumo dei gelsia Lavilledieu,i treni a vapore , la voce Hèlene.Hervè Joncour continuò a raccontare la sua vita,come mai,nella sua vita,aveva fatto.Quella ragazzina continuava a fissarlo,con una violenza che strappava a ogni sua parola l'obbligo di suonare memorabile.La stanza sembrava ormai essere scivolata in un' immobilità senza ritorno uando d'improvviso, e in modo assolutamente silenzioso,lei spinse una mano fuori dal vestito, facendola scivolare sulla stuoia,davanti a sè.Hervè Joncour vide arrivare quella macchia pallida ai margini del suo campo visivo,la vide sfiorare la tazza di tè di Hara Kei e poi,assurdamente,continuare a scivolare fino a stringere senza esitazioni l'altra tazza,che era inesorabilmente la tazza in cui lui aveva bevuto,sollevarla leggermente e portarla via con sè.Hara Kei non aveva smesso per un attimo di fissare senza espressione le labbra di Hervè Jouncour.
La ragazzina sollevò leggermente il capo.
Per la prima volta staccò gli occhi da Hervè Joncour e li posò sulla tazza.
Lentamente,la ruotò fino ad avere sulle labbra il punto preciso in cui aveva bevuto lui.
Socchiudendo gli occhi, bevve un sorso di tè.
Allontanò la tazza dalle labbra.
La fecw riscivolare dove l'aveva raccolta.
Fece sparire la mano sotto il vestito.
Tornò ad appoggiare la testa sul grembo di Hara Kei.
Gli occhi aperti,fissi in quelli Hervè Joncour.
domenica 23 gennaio 2011
sabato 22 gennaio 2011
Sweet Sweet
note e
suoni sublimi si
impongono nei miei
reconditi pensieri.
Il piacere invade i sensi
e prevale ove
la stanchezza riposa.
Pesanti gocce cadono
lasciando accesso a
delicati ed
ardenti pensieri.
Si muovono
nelle correnti.
Si posano nelle più impetuose
e sconosciute vie della mia anima
in continua ricerca
di estasi e nuovi e vivaci suoni.
note e
suoni sublimi si
impongono nei miei
reconditi pensieri.
Il piacere invade i sensi
e prevale ove
la stanchezza riposa.
Pesanti gocce cadono
lasciando accesso a
delicati ed
ardenti pensieri.
Si muovono
nelle correnti.
Si posano nelle più impetuose
e sconosciute vie della mia anima
in continua ricerca
di estasi e nuovi e vivaci suoni.
venerdì 21 gennaio 2011
Racconta Giuseppe Tartini, famoso violinista e compositore del Settecento, che una volta, in sogno, consegnò al diavolo il suo violino e lo invitò a suonare: «Non avrei mai ritenuto possibile», scrive Tartini, «ascoltare una sonata così originale e così meravigliosamente eseguita, con così tanta maestria e intelligenza. Fui talmente sopraffatto che smisi di respirare e mi sveglai ansimando. Afferrai subito il mio violino, sperando di ricordare tutto quel che avevo appena sentito, ma invano. Il pezzo che ho poi composto è senza dubbio il migliore che abbia mai scritto, ma non è neanche lontanamente comparabile con quello che mi ha sbalordito quella notte, tanto che, per appropriarmi di quella musica, sarei disposto a distruggere il mio violino e a non suonare mai più».
Tartini chiamò quel pezzo Il trillo del diavolo
giovedì 20 gennaio 2011
martedì 18 gennaio 2011
lunedì 17 gennaio 2011
domenica 16 gennaio 2011
Conduciamo
la
ricerca
di
nostri
simili
per
quale
bisogno?
Per una
pace dei
sensi
forse?
O per cosa?
Per colmare
il vuoto, il niente
così impalpabile
che avvolge ogni fottuta cosa?
Ricerchiamo
noi
Stessi
ogni
cazzo di giorno
Respirando
Osservando
Assorbendo dentro l'anima ardentte
La vera
essenza
della
vita
costituita
di piccole
gioie quotidiane
ordinate alla sopravvivenza
al riempimento
e all' elevazione
e grandi
scalini da superare faticando e soffocando.
Cerchiamo
d'
Essere
cerchiamo
la nostra
sostanza.
Alla fine portare
mille
cicatrici
non significa
non avere
la possibilità
di potermi
innalzare
e osservare
il mondo
dall'alto
così improvvisamente
piccolo
e distante.
Ali si riempirono d'aria.
CITTA' IMMOBILE: INVERNO 86
Sarò io,sarà il silenzio,lì dove sono,non so,non lo saprò mai,nel silenzio non si sa,bisogna continuare,continuerò.
C'ERA UNA VOLTA
L'AMORE
MA HO DOVUTO
AMMAZZARLO
EFRAIM MEDINA REYES
sabato 15 gennaio 2011
Il Noce, albero solitario, fu glorificato come dispensatore di doni e nutrimento. I nati sotto il segno del Noce si notano per la loro presenza imponente un po' dappertutto; sono amici e protettori dei più saggi. Ma, dopo avere usufruito della protezione e riposo sotto le loro foglie è alquanto pericoloso lasciarsi controllare da un nato sotto questo segno.
Essendo tenebrosi ed eclettici, i noci da un lato saranno attirati da una carriera tendente all'uso della strategia, ma dall'altro preferirebbero dedicarsi completamente al carattere solitario un po' lunatico che gli identifica, con un lavoro separato dalla società. Sarà indispensabile stabilire un legame fra queste tendenze dualistiche, estremamente pericolose se vissute separate.
Per evitare il continuo rischio di rinchiudersi in un vita puramente interiore, lontana dalla realtà di tutti i giorni, i nati sotto il segno del Noce avranno dalla loro l'utilizzo della lucidità mentale che è un loro dono ereditario tipico. Consigliamo ai Noci di lasciarsi guidare, in una vita senza troppa affettazione, dalle Querce e dagli Aceri
Essendo tenebrosi ed eclettici, i noci da un lato saranno attirati da una carriera tendente all'uso della strategia, ma dall'altro preferirebbero dedicarsi completamente al carattere solitario un po' lunatico che gli identifica, con un lavoro separato dalla società. Sarà indispensabile stabilire un legame fra queste tendenze dualistiche, estremamente pericolose se vissute separate.
Per evitare il continuo rischio di rinchiudersi in un vita puramente interiore, lontana dalla realtà di tutti i giorni, i nati sotto il segno del Noce avranno dalla loro l'utilizzo della lucidità mentale che è un loro dono ereditario tipico. Consigliamo ai Noci di lasciarsi guidare, in una vita senza troppa affettazione, dalle Querce e dagli Aceri
giovedì 13 gennaio 2011
mercoledì 12 gennaio 2011
martedì 11 gennaio 2011
sabato 8 gennaio 2011
venerdì 7 gennaio 2011
A UNA MENDICANTE DAI CAPELLI ROSSI
Bianca ragazza,dai capelli rossi,
sotto gli abiti sdruciti e smossi
fai trasparire la tua indigenza
e l'avvenenza.
Per un poeta un pò malandato
il tuo giovane corpo malato
è dolce,benchè le rosse efelidi
tutto lo velino
Con i rozzi scarponi che porti,
più grazia hai d'una regina a corte
favolosa che indossi calzari
sièerno e rari.
Al posto di uno straccio succinto,
che un regale mantello dipinto
trascini i suoi fruscianti panneggi
ai tuoi passaggi!
E per scoraggiare i debosciati,
invece che calzini forati
la tua gamba un pugnaletto ostenti
d'oro lucente.
Che l'incertezza del nodo sveli
a turbamento dei dedeiri,
i tuoi seni pari,a occhi attraenti
luminoscenti
Per farti spogliare,le tue braccia
si lascino pur pregare,e svaccino
con reazione maliziosa e viva
mano lasciva.
Gli straziati soasimanti rare
perle tu saprebbero donare,
e versi che han di Belleau lo stile
insieme offrire.
Per te sequele di rimatori
griderebbero versi d'amore,
le scarpine ammirando ,se sali,
fiera,le scale.
Molti paggi,preda dei tuoi incanti,
molti signori e Ronsard galanti
spierebbero dove si trova
la tua alcova.
Potresti contare nei tuoi letti
più baci che gigli,e sia cadetti
che sovrani sotto la tua impresa
ridurre a resa.
Nel frattempo sopravvivi a stento
degli avanzi che di tanto in tanto la soglia di un'osteria trviale
lascia gustare.
Guardi avidamente il luccicore
d'un monile di scarso valore
che non ti posso,chiedo perdono,
dare in dono.
Và in giro,ora ,senz'altri ornamenti,
non profumo ,non perle o diamanti,
solo la tua magra nudità,
o mia beltà!
Charles Baudelaire
...
un cigno che,sfuggito alla sua gabbia,andava
sfregando con i piedi palmati il pavè secco,
sul suolo scabro il bianco piumaggio trascinava.
Presso un rivo senz' acqua l'uccello aprendo il becco
bagnava nella polvere le ali nervosamente
e diceva,sognando il suo luogo natale:
"Quando cadrai,o acqua ,folgore finalmente
Quando tuonerai?."Vidi,mito strano e fatale,
l'infelice che come l'uomo d'Ovidio al cielo ,
azzurro per crudele ironia,la testa
convulso sollevava a tratti sullo stelo
del collo,come a Dio volgesse una protesta
II
Parigi cambia, e niente la mia malinconia
ha mutato:palazzi nuovi ,pietre , travi,
vecchi sobborghi,tutto per me è allegoria,
e i miei cari ricordi più che rocce son grevi.
Così d'innazi al Louvre c'è un 'ombra che m'opprime:
penso al mio grande cigno,con i suoi gesti strani,
come gli esiliati ridicolo e sublime,
morso da un desiderio che si rinnova invano,
e penso a te,Andromaca,dal seno del tuo sposo
vittima del superbo Pirro finita in sorte,
sopra una vuota tomba in estasi amorosa,
ahimè,vedova d'Ettore, e d'Eleno consorte.
Penso alla negra scarna,dalla tisi corrosa,
nel fango si trascina con sguardo stralunato,
e dietro il grande muro che la bebbia ha levato
cerca i palmizi assenti dell'Africa grandiosa,
a quelli che han perduto ciò che più non ritorna,
a quelli che le lagrime hanno sempre nutrito
e, come buona lupa,Dolore allatta e forma,
ai magri orfani eguali a fiori risecchiti!
Così nella foresta dove sono esiliato
un antico Ricordo il suo corno suona ora.
E penso ai marinai sopra un'isola obliati,
ai prigionieri, ai vinti ,e ad atri ad altri ancora!
il cigno charles baudelaire
un cigno che,sfuggito alla sua gabbia,andava
sfregando con i piedi palmati il pavè secco,
sul suolo scabro il bianco piumaggio trascinava.
Presso un rivo senz' acqua l'uccello aprendo il becco
bagnava nella polvere le ali nervosamente
e diceva,sognando il suo luogo natale:
"Quando cadrai,o acqua ,folgore finalmente
Quando tuonerai?."Vidi,mito strano e fatale,
l'infelice che come l'uomo d'Ovidio al cielo ,
azzurro per crudele ironia,la testa
convulso sollevava a tratti sullo stelo
del collo,come a Dio volgesse una protesta
II
Parigi cambia, e niente la mia malinconia
ha mutato:palazzi nuovi ,pietre , travi,
vecchi sobborghi,tutto per me è allegoria,
e i miei cari ricordi più che rocce son grevi.
Così d'innazi al Louvre c'è un 'ombra che m'opprime:
penso al mio grande cigno,con i suoi gesti strani,
come gli esiliati ridicolo e sublime,
morso da un desiderio che si rinnova invano,
e penso a te,Andromaca,dal seno del tuo sposo
vittima del superbo Pirro finita in sorte,
sopra una vuota tomba in estasi amorosa,
ahimè,vedova d'Ettore, e d'Eleno consorte.
Penso alla negra scarna,dalla tisi corrosa,
nel fango si trascina con sguardo stralunato,
e dietro il grande muro che la bebbia ha levato
cerca i palmizi assenti dell'Africa grandiosa,
a quelli che han perduto ciò che più non ritorna,
a quelli che le lagrime hanno sempre nutrito
e, come buona lupa,Dolore allatta e forma,
ai magri orfani eguali a fiori risecchiti!
Così nella foresta dove sono esiliato
un antico Ricordo il suo corno suona ora.
E penso ai marinai sopra un'isola obliati,
ai prigionieri, ai vinti ,e ad atri ad altri ancora!
il cigno charles baudelaire
Cosa saremo
senza
sogni?
Niente.
I sogni sono l'essenza della vita.
Voleremo
verso
la bramata
serenità
credendo in essi.
Evitiamo la morte a piccole dosi(Pablo Neruda Lentamente muore)
e ci pedimao negli abbaglianti
raggi
Solari.
Chiamatemi pure ingenua.
Chiamatemi pure utopista.
Ma
Beato
è colui
che Sospira
per le
emozioni
Beato è
colui
che delizia
essere nelle nuvole
Lasciatemi
Bramare
Voglio
Bruciare
Sempre
Voglio
annegare
nell incanto
Voglio
Respirare
lo splendore
e
nutrirmi
di teneri
e delicati
sentimenti
fino a farmi male
accecare i
miei occhi
di Speranza
Abbagliatemi!
Oh dolci pensieri!
Confidatemi
le vie
per raggiungervi
Lasciatemi
Sospirare
Lasciatemi
vagare
su questa
Sorgente.
Arriverò
alll
alba
e sventolerò
l mia bandiera
di pace
E resterò ferma ad ascoltare
inizierò
il mio cammino
e mi muoverò attraverso
le calde
luci
del
mattino
e Sarò
un Corpo
di
Fuoco.
senza
sogni?
Niente.
I sogni sono l'essenza della vita.
Voleremo
verso
la bramata
serenità
credendo in essi.
Evitiamo la morte a piccole dosi(Pablo Neruda Lentamente muore)
e ci pedimao negli abbaglianti
raggi
Solari.
Chiamatemi pure ingenua.
Chiamatemi pure utopista.
Ma
Beato
è colui
che Sospira
per le
emozioni
Beato è
colui
che delizia
essere nelle nuvole
Lasciatemi
Bramare
Voglio
Bruciare
Sempre
Voglio
annegare
nell incanto
Voglio
Respirare
lo splendore
e
nutrirmi
di teneri
e delicati
sentimenti
fino a farmi male
accecare i
miei occhi
di Speranza
Abbagliatemi!
Oh dolci pensieri!
Confidatemi
le vie
per raggiungervi
Lasciatemi
Sospirare
Lasciatemi
vagare
su questa
Sorgente.
Arriverò
alll
alba
e sventolerò
l mia bandiera
di pace
E resterò ferma ad ascoltare
inizierò
il mio cammino
e mi muoverò attraverso
le calde
luci
del
mattino
e Sarò
un Corpo
di
Fuoco.
Per comporre con casto rigore le mie ecloghe
voglio vicino al cielo dormir come gli astrologhi,
e sotto i campanili ascoltare sognando
il suono alto deli inni che il vento va recando.
Su,dalla mia mansarda,le mani intorno al mento,
vedrò il lavoro fervere,con canto e movimento,
camini e guglie simili a alberi di velieri,
cieli immensi,che elevano all eterno i pensieri.
Dolce è veder fiorire,attraverso le brume,
nell'azzurro la stella,alla finestra il lume,
i fiumi di carbone salire al firmamento,
la luna ovunque effondere un bianco incantamento.
Primavera ed estate,poi autunno si levi,
quando verrà l'inverno,con le torpide nevi,
ben protetto da porte ed usci inchiavardati
ben protetto da porte ed usci inchiavardati
costruirò nella notte edifici fatati.
E sognerò orizzonti dal colore bluastro,
giardini, getti d'acqua piangenti in alabastro,
baci,uccelli che cantano con un trillio strenuo,
tutto uel che l'Idillio possiede di più ingenuo.
La Sommossa alle pprte busserà vanamente:
Io non distoglierò dal tavolo la mente,
poiche sono immerso nell'immenso piacere
d'evocar Primavera col mio solo volere,
trarre dal cuore un sole.e questi miei infocati
pensieri in atmosfere miti veder mutati.
Charles Baudelaire
Paesaggio
Paesaggio
I fiori del male
giovedì 6 gennaio 2011
UN CENTINAIO DI AEREOPLANI VOLAVANO LASSU',
AEREI ENORMI,
PESANTI,
CHE BUCAVANO LA NOTTE
COME CENTO BALENE CHE BUCAVANO L'ACQUA
E LANCIARONO GRAPPOLI DI CANDELOTTI ROSSI,
A ILLUMINARE IL BUIO PER QUALSIASI COSA VENUTA DOPO,
IO ERO SOLO PER STRADA,
CANDELOTTI MI CADEVANO ATTORNO
A MIGLIAIA
E SAPEVO CHE STAVA PER SUCCEDERE QUALCOSA DI INIMAGINABILE
ERO STRAFELICE.
SOLTANTO FUOCO
IN OGNI DIREZIONE.
SI RIEMPI' DI FUMO ROSA
E FIAMME DORATE
(molto forte incredibilmente vicino)
martedì 4 gennaio 2011
lunedì 3 gennaio 2011
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