Ma Cristiano Zena non ascoltava.Guardava verso il cielo,verso quelle nuvole marronicosì basse che avrebbero potuto toccarle con la punta delle dita,verso quelle nuvole che tra poco avrebbero sparso altra acqua su questo mondo di merda,e si sentì levitare,come se improvvisamente gli alieni lo avessero risucchiato nello spazio.Barcollò provando una vertigine,sollevò le braccia verso le nuvole ,gettò la testa indietro e s'immaginò di cacciare fuori tutto quello che teneva dentro,tutto quel nero che aveva dentro,quella rabbia nera,quella paura,quella sensazione di non contare un cazzo,di essere il più sfigato del pianeta,il più solo e disperato essere del mondo.Fuori.Sì,fuori.Doveva sputare fuori dalla bocca tutti i pensieri,tutte le angosce,tutto.E trasformarsi in un cane nero.Un cane nero,un cane senza cervello che scorreva allungando le zampe,curvando la schiena,rizzando la coda.Toccava appena terra e si distendeva perfetto come un angelo.
<Come un angelo...>gli uscì,poi guardò con uno strano sorriso Beppe,il camionista con il gilè di pelle ,gli automobilisti che sembravano manichini e dietro di loro,oltre la statale ,una striscia verde di erbacce che divideva due campi arati e su cui avrebbe potuto correre per sempre fino ad arrivare dove sarebbe stato libero.Libero.
Guardò ancora Trecca e poi si lanciò verso i campi e con un salto incredibile superò il guardrail e per un infinito istante gli sembrò di volare.
(cap.219 COME DIO COMANDA NICCOLO' AMMANITI)
<Cristiano,ce l'hai un cuore?>
<No.L'ho perso...>riuscì solo a dire.(cap 235 COME DIO COMANDA NICCOLO' AMMANITI)
Nessun commento:
Posta un commento